Occidente al bivio tra collasso e cambio di prospettiva
La fine del XX secolo e l’inizio del XXI, e in particolare gli ultimi vent’anni, hanno palesato quanto strutture e sovrastrutture rese incrollabili da mendaci parole assurte a Verbo Divino, nonché a cardine della cosiddetta Civiltà Occidentale, fossero poco più che tangibili miraggi sorretti su fondamenta d’argilla: gli eventi che hanno scosso il Mondo dal 1945 a oggi, fino alla recente riaccensione della Questione Israelo-palestinese, ci pongono innanzi a una seria domanda: siamo in prossimità della caduta di un impero?
Se si torna indietro con i ricordi alla guerra mossa da alcuni dei pilastri portanti dell’Atlantismo contro Mu’ammar al-Qadhdhafi nel 2011, o all’Operazione Allied Force con cui la NATO bombardò la Jugoslavia nel 1999, e si confrontano tali eventi con le reazioni che gli stessi attori hanno avuto in relazione a recenti circostanze equiparabili appare chiaro come il Potere inizi a sgusciare via dalle dita di coloro che agivano da burattinai in maniera indisturbata. E già i più irriducibili sostenitori dello status quo iniziano cautamente a moderare propri sermoni, a cercare un punto più basso da cui scavalcare la staccionata per assicurarsi una via di fuga, in maniera del tutto simile a quei senatori che, alla caduta di Roma, già si premuravano di costruirsi un sereno futuro proiettato in un mondo profondamente mutato.
Persino le “armi economiche”, con cui una volta si riuscivano a mettere in ginocchio intere nazioni senza esplodere un colpo e che erano divenute uno dei tanti marchi di fabbrica dell’Occidente, hanno perso la loro capacità di azione: infatti ricordiamo tutti, credo, quanto precise si siano rivelate le previsioni che destinavano la Russia al collasso economico entro pochi mesi dall’inizio dell’operazione militare sul territorio di Kiev a causa delle tanto decantate sanzioni, i cui effetti hanno invece danneggiato solo i paesi europei, vittime sacrificali di economocrati senz’anima, né lungimiranza.
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Anzi, l’abuso dell’economia come arma ha condotto alla nascita di un vero e proprio blocco contrapposto, i BRICS, di cui avevamo già parlato in un altro articolo qualche tempo fa, ed è notizia recente che tale blocco sia in procinto di creare una nuova valuta di riserva alternativa con cui scardinare il dominio egemonico del Dollaro.
Ma nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt’attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta”, Arthur Schopenhauer, Il primato della Volontà.
Una prospettiva che, secondo alcuni, si rivelerebbe nefasta, sebbene il Vecchio Mondo ci abbia ormai dimostrato di essere l’ultimo a poter criticare.
Ma se il vero obiettivo è il raggiungimento dell’equità, cui prodest che gli equilibri geopolitici permangano inalterati?
È la domanda che qualsiasi analista politico serio e scrupoloso dovrebbe porsi, ma che, ahimè, oggi deficit in ore sapientium, quasi si volesse tenere celato il cambiamento in atto agli occhi degli stolti, nascondendolo con cura dietro il Velo di Maya.
I prossimi anni saranno fondamentali per comprendere in che direzione si dirigerà il Mondo e noi tutti dovremo essere pronti a comprenderlo, così da evitare di cadere nell’Abisso.