La nascita del Canto degli Italiani
Fratelli d’Italia nasce con il titolo di Canto degli Italiani in una fase storica connotata da un intenso e diffuso patriottismo, all’alba cioè di quel 1848, che vide lo scoppio della Prima Guerra d’Indipendenza. Verrà scritto dal genovese Goffredo Mameli, un giovanissimo patriota fortemente militante, che però decise di non adattarlo ad alcuna musica esistente e, il 10 novembre 1847, provvide ad inviarlo al compositore Michele Novaro per farlo musicare.
Il testo venne accolto con così tanto entusiasmo da fare scrivere a Novaro stesso, che si mise a suonare nella casa del patriota Lorenzo Valerio: “assassinavo colle dita convulse quel povero strumento, sempre con gli occhi all’inno, mettendo giù frasi melodiche, l’una sull’altra”. Il giovane Novaro terminerà a casa la melodia, sull’onda di un entusiasmo febbricitante, “rovesciando addirittura la lucerna sul cembalo, e per conseguenza anche sul povero foglio”, com’ebbe a scrivere. Goffredo Mameli di natura repubblicana e giacobina si era ispirato al motto della Rivoluzione Francese “Liberte’, Egalite’, Fraternite’“, ma colse alcuni spunti anche dall’inno nazionale greco, con precisi riferimenti all’antichità classica.
Il Canto degli Italiani vedrà il suo debutto il 10 dicembre 1847 a Genova, quando venne esibito sul piazzale del Santuario di Nostra Signora di Loreto del quartiere di Oregina, per commemorare il centenario della rivolta dello stesso quartiere contro gli occupanti asburgici. Fu definito dalla stampa locale di allora “una poesia piena di fuoco”. Giuseppe Mazzini, forse inaspettatamente, giudicò la sua musica poco marziale, cercando di convincere lo stesso Mameli a farlo musicare da Giuseppe Verdi.
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In ogni caso la sua grande orecchiabilità insieme ai vani tentativi di impedirne l’esecuzione anche per evitare assembramenti giudicati pericolosi dalle autorità, l’inno conoscerà un crescente e travolgente successo. Il brano Fratelli d’Italia, trasmutatosi così in questo titolo, accompagnerà l’avvio della Terza Guerra d’Indipendenza e anche la presa di Roma del 20 settembre 1870.
Fu composto l’otto settembre del quarantasette, […], e fu ben presto l’inno d’Italia, l’inno dell’unione e dell’indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49″, Giosuè Carducci.
– Luigi Einaudi
Dopo decenni di provvisorietà occorrerà attendere il 15 novembre 2017 perché il disegno di legge che riconosceva il Canto degli Italiani quale Inno Nazionale della Repubblica Italiana venisse approvato in via definitiva dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato.
La Storia lo aveva forgiato ben prima della burocrazia, ma, ed è purtroppo verità ben nota, fin troppo spesso l’arte precede di molto i tempi che la valorizzano e che più le si addicono.