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Il cigno pesarese che ha conquistato il Mondo

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Considerato uno dei maggiori operisti della Storia, tanto che persino Giuseppe Mazzini lo definì come un titano di potenza e audacia, Gioacchino Rossini fu artefice, fin dai tempi della propria gioventù, di un vasto repertorio di composizioni che gli valse il meritato soprannome di Mozart italiano e lo pose alla pari dei Grandi che lo avevano preceduto.

Gioacchino Rossini.

Giunto in Francia, dove sarebbe rimasto fino alla morte, a eccezione di una permanenza italiana di circa dieci anni (1838-1848/49) divisa fra Bologna e Firenze, si legò a Olympe Pélissier, che avrebbe sposato solo nel 1846, e portò a termine alcuni celebri componimenti, fra cui il Gugliemo Tell, considerato pressoché all’unanimità come il suo Capolavoro. Personaggio complesso, ipocondriaco e collerico, egli si spense nel 1868, a seguito di un cancro al retto, e venne sepolto prima al cimitero parigino di Père Lachaise e poi nella Basilica di Santa Croce a Firenze.

La sua musica unica, tipicamente caratterizzata da un crescendo orchestrale su una frase ripetuta, donde tra l’altro deriva l’espressione “crescendo rossiniano”, è conosciutissima, sebbene la sua “riscoperta” si debba al direttore e compositore Vittorio Gui (1940-50) e alle interpretazioni de Il Barbiere di Siviglia di Claudio Abbado.

Datemi il conto della lavandaia e vi metto in musica anche quello”, G. Rossini.

Eventi, reinterpretazioni e parodie a tema rossiniano sono all’ordine del giorno e persino i celebri Tom e Jerry hanno omaggiato Il Barbiere di Siviglia nell’episodio Il gatto sopra e il topo sotto distribuito dalla Metro-Goldwyn-Mayer nel 1964.

Al fine di ricordarlo e di sensibilizzare le persone sul patrimonio cui Pesaro ha dato i natali, l’annuale Rossini Opera Festival inonda la città natia del Grande Compositore con spettacoli e appuntamenti, molti dei quali si tengono presso il teatro che da lui prende il nome.

L’eredità che egli ci ha consegnato sarebbe da sola sufficiente a incoronare a Regina la Nostra Città, rendendo superfluo ogni nuovo fronzolo decorativo di dubbio gusto.