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Gli amici immortali del nostro Fido

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Nella mitologia antica i cani furono spesso divinizzati come compagni di dei o come animali dalle doti straordinarie, quali forza, lealtà, coraggio, attitudine alla protezione.

Nell’antico Egitto troviamo Anubi, metà uomo e metà cane/sciacallo; la sua guida era fondamentale nel condurre le anime dei Faraoni e dei morti nell’aldilà, fino al cospetto di Osiride che le avrebbe giudicate.

Sempre nella mitologia egizia, viene narrato che furono dei cani a guidare la dea Iside durante la ricerca del suo sposo Osiride, proteggendola dai pericoli, e sempre i cani la aiutarono a trovare il sarcofago di suo marito, sul delta del fiume Nilo.

In Sudamerica, le civiltà precolombiane veneravano Xolotl, divinità canide con il pelo molto corto e di colore scuro che, come il collega egizio, agiva nell’oltretomba e accompagnava le anime dei morti nel loro viaggio.

Pare che Xolotl, secondo le descrizioni, fosse un chihuahua, poiché piccolo e con occhi gemmati e profondi.

Questo cane è simile al Cerbero della mitologia greca: nero, di grandi dimensioni e con occhi infuocati; il suo respiro è così incandescente da poter sciogliere il ferro e la pietra.

Garm è legato ad una catena che si spezzerà con l’arrivo del Ragnarök, la fine del mondo.

Passiamo al già citato Cerbero, terribile cane a tre teste, figlio del mostro Tifone e della ninfa Echidna. Le tre teste gli permettevano di prestare la massima attenzione affinché nessuna anima potesse fuggire dall’oltretomba e nemmeno entrarvi, se non da morti (solo Orfeo vi entrò, ammansendo Cerbero con la sua dolce musica e riuscendo, così, a cercare nell’Ade sua moglie Euridice, uccisa da una vipera).

E Argo la Moira di nera morte afferrò appena rivisto Odisseo, dopo vent’anni”, Omero, Odissea, libro XVII.

Cerbero aveva un fratello di nome Ortro, grosso cane bicefalo, con un serpente al posto della coda, padre della Sfinge e del Leone di Nemea.

Il suo lavoro consisteva nel fare la guardia ai buoi di Gerione.

Sempre secondo la mitologia greca, il semidio Orione aveva un cane straordinario di nome Sirio, amico fedele che lo accompagnò per tutta la sua vita. Quando Orione si vantò di poter uccidere tutti gli animali della Terra, la dea Artemide si indispettì e lo fece uccidere da un gigantesco scorpione, poi lo pose in cielo, trasformandolo nella omonima costellazione.

Sirio, dal grande dolore, si tolse la vita e, al pari del suo padrone, venne collocato nel firmamento come stella più luminosa del cielo notturno, nella costellazione del Cane Maggiore.

Quale immagine migliore per esaltare, attraverso i secoli, la fedele devozione di un cane verso il suo padrone?