I migranti in Albania e l’ingerenza della Magistratura
La recente vicenda che ha visto protagonista, anche se forse sarebbe meglio dire antagonista, il Tribunale di Roma, i cui giudici si sono pronunciati sfavorevolmente riguardo ai centri di permanenza per i rifugiati in Albania, ci pone di nuovo davanti a una situazione tutto fuorché nuova: la Magistratura, organo super partes a parole, sub parte a fatti, utilizza il proprio potere per interferire nella Politica, ostacolando l’operato del Governo legittimamente eletto. Un canovaccio abusato, di cui non si sentiva certo la mancanza.
Dai tempi di Mani Pulite, fino a giungere ai più recenti fatti della nave della Guardia Costiera speronata dall’intrepida Carola Rackete, che, assolta da tutte le accuse, è di recente stata punita con la nomina a Deputato presso il Parlamento Europeo, la scia di interventi di dubbia onestà di una parte della nostra (?) Magistratura non si è mai arrestata. E gli ultimi avvenimenti non fanno altro che riportarci dentro un incubo da cui risulta difficile svegliarsi, un incubo in cui ci sentiamo impotenti, incapaci di reagire. E il dubbio non concerne tanto la validità dell’azione, su cui non ho la facoltà di pronunciarmi, quanto sulla sua incredibile celerità nel palesarsi, laddove invece, innanzi a grandi temi di respiro internazionale, ogni parola pare superflua e ogni silenzio ben accetto. Che sia vero che chi tace acconsente?
Sin da piccoli veniamo cresciuti nell’idea che le Istituzioni abbiano lo scopo di garantire l’equilibrio all’interno di uno Stato Democratico, così che i suoi cittadini possano vivere in serenità e rendere il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi (Costituzione, art. 54) un atto spontaneo e gradito. E invece la realtà che ci si para innanzi parla fin troppo spesso di sentenze emanate contra personam e di leggi poco chiare, le quali, dopo anni e anni, hanno oramai spinto i cittadini a odiare la propria Casa, la propria Città e il proprio Paese.
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E tale problema non riguarda da vicino solo l’Italia: era infatti il 2017 quando il magistrato James Robart sospese l’Ordine Esecutivo emanato dal Presidente Donald J. Trump con il quale il Governo degli Stati Uniti mirava a regolamentare sulla base di criteri più stringenti i flussi migratori diretti verso il territorio nazionale.
Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali, ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa”, Marco Patarnello, Sostituto Procuratore in Cassazione.
Certe similitudini rendono difficile dubitare che non vi sia una longa manus che agisce invisibile allo scopo di gestire allo stesso modo le politiche migratorie dei paesi occidentali.
E diviene più che mai evidente il significato della frase di Francesco Cossiga, secondo cui: “Non importa quanti voti hai, in Italia se possiedi la Magistratura governi”.
Di sicuro la vicenda dei migranti diretti in Albania sarà solo la prima di tante altre che si verificheranno in Futuro e spetterà a ognuno di noi opporci, poiché può esistere uno Stato senza Legge, ma non uno Stato senza i suoi Cittadini.
Mai dovremmo temere di alzare la testa e di manifestare le nostre idee, sempre che valga ancora il principio secondo cui cogitationis poenam nemo patitur: nessuno può subire una pena per i suoi pensieri.