Identità e storia della Beata Serafina
Molti pesaresi si saranno chiesti chi mai sia stata la Beata Serafina, le cui spoglie riposano in una cappella laterale del Duomo.
La sua storia risale al tempo di Alessandro Sforza, il quale pensò di risposarsi dopo la morte di sua moglie Costanza da Varano, nel 1447.
Malgrado il lutto recente, un anno dopo Alessandro si volle imparentare oculatamente con i Montefeltro, per tutelarsi dai vicini Malatesta di Rimini e Fano. La sposa prescelta fu la quattordicenne Sveva, sorella di Federico da Montefeltro. Costei era ben diversa dalla sposa precedente; si narra, infatti, che fosse grassottella e piuttosto bruttina, con il collo taurino simile a quello del fratello. Secondo le malelingue, pare che nessuno a Pesaro si meravigliasse che Alessandro frequentasse e portasse a corte diverse amanti. Tuttavia Sveva, durante le assenze del marito per le continue condotte militari, si occupava del governo della città e cresceva amorevolmente i figliastri Battista e Costanzo. Il matrimonio, durato nove anni, fu assai turbolento e litigioso, tanto che Alessandro volle liberarsi di Sveva: accusandola di adulterio, tentò persino di strangolarla. Non ci riuscì solo per l’intervento provvidenziale della zia della ragazza, Vittoria Colonna, che si trovava a corte.
Allora Alessandro chiese consiglio al cognato Federico che, da esperto di mondo, gli suggerì di rinchiudere la sorella in convento per evitare scandali e salvare le apparenze.
La povera Sveva non aveva nessuna intenzione di farsi monaca di clausura, ma a nulla valsero le sue suppliche.
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Nel 1457, a soli ventitré anni, Sveva Feltria Sforza entrò nel monastero delle clarisse del Corpus Domini, con dispensa papale, essendo sposata, prese il nome di Serafina e dal convento non uscì più.
Durante la clausura, protrattasi per ventun anni, si sottopose a dure penitenze e mortificazioni e morì nel 1478. I pesaresi la venerarono subito come santa, ma solo nel 1754 Papa Benedetto XIV, a séguito di accurate indagini e testimonianze, la proclamerà beata.
Una curiosità: se le spoglie della Beata Serafina sono ancora oggi venerate in Cattedrale, non si sa, invece, dove siano finite quelle di Alessandro e dei suoi familiari.
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