StoriaStoria Nazionale

Il Prefetto di Ferro che divenne Leggenda

Tempo di lettura: 2 minuti
image_pdfPDF

Un raro condensato di intelligenza, coraggio fisico, capacità comunicativa e vivissimo senso dello Stato. A Bologna da Prefetto, siamo nel 1922, è l’unico alto funzionario di Stato a contrastare le squadre fasciste di Michele Bianchi e Italo Balbo.

Il Duce se lo ricorderà più tardi ma per indirizzare le sue capacità contro la piovra mafiosa siciliana.

Cesare Mori in una fotografia dell'epoca
Cesare Mori in una fotografia dell’epoca

È il 6 maggio 1924. Mussolini compie con una squadra navale il suo primo viaggio in Sicilia. A Piana dei Greci, il sindaco Cuccia durante un comizio del futuro Duce, si fa scappare che la protezione gliela avrebbe garantita l’onorata Società. Gravissimo errore. Tornato a Roma Mussolini convoca una riunione ai vertici e decide la distruzione della Mafia. Cesare Mori è l’uomo giusto. Diviene proconsole del duce, con poteri pressoché assoluti , coadiuvato da un eccezionale procuratore generale: Luigi Giampietro. Nel 1926 assedia e conquista Gangi, catturando Gaetano Ferrarello e centinaia di briganti. Ne catturerà migliaia. Comincia a colpire la bassa e media mafia ma possiede il potere e il coraggio di incidere anche su alti mafiosi contigui al potere politico romano. Nel 1926 è un eroe nazionale, al pari di Garibaldi.

Si farà molti nemici quando farà chiudere il Fascio di Palermo per infiltrazioni mafiose mentre Mussolini continuerà comunque a proteggerlo. C’è chi lo odia e tra questi Leandro Arpinati, Italo Balbo e Roberto Farinacci, che non gli perdonano l’antisquadrismo di quando era stato prefetto a Bologna, ma Mori è anche amato da moltissimi altri. Ha una moglie, Angelina Salvi. Non avranno figli ma il loro sarà un matrimonio felice. Si ameranno tutta la vita.

Nel corso della sua carriera catturerà Don Vito Cascio Ferro, colui che aveva ucciso Joe Petrosino, il grande poliziotto italiano che aveva contrastato la Mano Nera. Licenziato da Mussolini nel 1932, che gli sarà comunque riconoscente per quanto aveva fatto, Mori diviene Senatore del Regno.

Chi sollecita il vostro perdono mira soprattutto a disarmare il vostro spirito ed a sopire la vostra diffidenza per colpire ancora meglio”, Cesare Mori.

Angelina, la moglie, muore il 5 marzo 1942. Cesare Mori il 5 luglio dello stesso anno. Un modesto trafiletto in terza pagina.

C’era la guerra.

La gente, un Duce in evidenti difficoltà sul fronte interno e militare e il Regime stesso stavano pensando a ben altro e nuove e oscure nubi cominciavano a profilarsi all’orizzonte.