Arte, Comune e dubbi
I recenti tentativi dell’Amministrazione Comunale pesarese di rendere più gradevoli alla vista alcune parti della città hanno condotto alla realizzazione di opere cariche di disarmonia, che si manifestano in tutta la loro chimerica apparenza, magari rendendo ancor meno belle zone che già non brillavano certo per fama o per aspetto: è così difficile migliorare il nostro panorama cittadino?
A ciascuno di noi capita a volte di ritrovare qualche vecchia fotografia, un’immagine in bianco e nero che riposa fra decine di raccolte impolverate e dimenticate, e, proprio in mezzo a quelle istantanee di momenti oramai lontani, si può ancora intravedere la Bellezza di Viale Trieste, così com’era intorno agli anni sessanta: ville in stile Liberty, le strade del lungomare, quali viale Nazario Sauro, accompagnate da lunghe ed eleganti ringhiere finemente lavorate, per non parlare degli alberi e delle aiuole, scrupolosamente curati e ordinati. Un paesaggio antropizzato, ma pur sempre mozzafiato, poiché in linea con lo stile di una tipica città italiana sita sulla riviera adriatica: ora invece quasi nulla rimane e la zona pare d’aspetto disarmonico e soffocante, con alti palazzi che incombono, giganti, sulle affollate spiagge.
Con gli anni la tendenza all’imbruttimento ha continuato a imporsi e, personalmente parlando, ha raggiunto il suo apice con le scritte policromatiche sui sampietrini del già citato viale Nazario Sauro, o con gli “affreschi” – Si parva licet componere magnis – che hanno decorato molti dei sottopassi presenti nella rete stradale: con il dovuto rispetto verso gli autori, ritengo infatti che stili artistici di quel tipo spiccherebbero maggiormente in altre zone, magari più lontane dal Centro, dove, per ovvie ragioni, si concentra la memoria storico-culturale della Nostra Città.
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Naturalmente sarebbe impossibile tornare indietro nel tempo e ripristinare con un semplice schiocco delle dita il vecchio aspetto, tuttavia ciò non toglie che, mediante qualche ristrutturazione e un po’ di buon gusto, si riuscirebbe a rendere più curato e godibile il paesaggio, armonizzando tra loro l’Antico, il Moderno e il Contemporaneo.
Infatti, seguendo senza criterio alcuno le mode del momento, estetiche e non, consegnando al disfacimento ciò che siamo e siamo stati, difficilmente riusciremo a lasciare un segno nel Mondo, a consegnare ai posteri una Solida Eredità.
Mi sembra quasi, a volte, che le politiche amministrative della mia e di molte altre città del Bel Paese siano mirate più alla realizzazione di Chimere, animale mitologico che incarna nel suo aspetto innaturale molteplici forze di Distruzione.
Ma chissà? Forse sono solo io a vedere ciò e questi sono unicamente i deliri paranoidi di un reazionario troppo legato alle proprie antiche radici. Chissà?